a Michele & Enrico aviation blog...

venerdì 23 aprile 2010

Tecniche di atterraggio

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L'atterraggio è sicuramente la fase più difficile fra tutte quelle di volo normali. Mentre in decollo basta accelerare l'aereo ad una certa velocità per far sì che la portanza cominci a permetterci il sollevamento da terra, quando ci riavviciniamo al suolo per atterrare occorrono tutt'altre attenzioni.
- Prima di tutto occorre prestare attenzione al terreno sottostante, poichè in VFR è nostra responsabilità tenerci lontani dagli ostacoli.
- In seconda analisi occorre vedere la pista e mantenerne l'asse finchè non si è toccato in sicurezza.
- Infine occorre fare molta attenzione alle velocità.
In caso di pista corta infatti, meno velocità abbiamo in soglia pista, meno ne dovremo smaltire con i freni una volta che avremo toccato terra, ma non possiamo neppure scendere sotto una certa velocità, per non incappare in uno stallo. E' importante pertanto calcolare bene l'avvicinamento in modo da mantenere una buona velocità e un sentiero di discesa corretto, che ci permetta di arrivare in soglia pista nella maniera più tranquilla possibile.

PRENDERE LA MIRA

Vi sono molte scuole di pensiero sulle tecniche corrette di atterraggio, a partire dai punti di mira. Alcuni sostengono che occorra "guardare lontano" in modo da non atterrare puntando la pista con il muso dell'aereo. Altri invece (scuola FAA) sostengono che occorra trovare un punto di mira antecedente a quello di previsto contatto, in modo da non sprecare troppa pista nell'atto della richiamata.

Dal canto nostro riteniamo che la cosa migliore sia valutare caso per caso la situazione: se abbiamo una pista molto lunga e asciutta, possiamo tranquillamente permetterci di mirare più verso il centro per essere sicuri di non arrivare troppo bassi e di passare a distanza di sicurezza sopra eventuali ostacoli (edifici, antenne, ecc) che potrebbero essere presenti sul sentiero di discesa. Se, al contrario, ci troviamo di fronte ad una pista corta e/o bagnata, dobbiamo cercare di atterrare prima per sfruttare tutti i metri di asfalto disponibili per fermarci. In questo caso, quindi, meglio mirare al bordo della pista: se la manovra è eseguita bene infatti, il contatto avviene comunque qualche decina di metri oltre il punto di mira, quindi non rischiamo di toccare terra prima dell'inizio della pista. Il problema di questo metodo può semmai rivelarsi utile in quegli aeroporti che presentano ostacoli alti sul sentiero di discesa, perchè rischiamo di non passare ad un'altezza sufficiente per garantire la sicurezza (la combinazione di pista corta e ostacoli sul sentiero è tipica di molti aeroporti di montagna). In questo caso sarà bene quindi prevedere una discesa più ripida e con full flaps.


LA RICHIAMATA

La richiamata (Flare in inglese) è l'atto di interruzione dell'assetto in discesa per assumerne uno di volo orizzontale (o leggermente cabrato), che ci permetta di toccare terra prima con il carrello principale e poi con quello frontale (nose gear). Quando giungiamo in soglia pista e ci accorgiamo che è giunto il momento per le ruote del nostro carrello di toccare l'asfalto, occorre ritardare completamente la manetta, in modo da eliminare il residuo di trazione che ancora avevamo in finale. Ora, nel momento in cui perdiamo la potenza residua del motore, il nostro aereo subirà un aumento del rateo di discesa che però non dobbiamo contrastare tirando a noi il volantino in modo brusco. Occorre prestare attenzione infatti a non abbandonare l'assetto in picchiata per assumerne uno in cabrata, altrimenti riguadagniamo quota e percorriamo spazio prezioso sulla pista con le ruote ancora in aria. Nel momento in cui con gli occhi stimiamo di essere a circa 3 metri da terra, occorre che richiamiamo leggermente il muso per assumere un assetto di volo livellato, in tal modo perdiamo la velocità residua e ci avviciniamo di molto all'asfalto. Continuando a mantenere sempre l'asse pista, quando siamo in procinto di toccare, occorre tirare a noi il volantino anche abbastanza sostanzialmente in modo da:

- toccare prima con il main gear e poi con il nose gear (ed evitare quindi l'impatto accidentale dell'elica)

- provocare uno STALLO (alcune volte capita di toccare mentre lo Stall Warning comincia a suonare: questo è OK).

Richiamando molto l'aereo infatti, andiamo ad assumere l'angolo di attacco critico che fa staccare i filetti fluidi dall'ala interrompendo bruscamente la portanza, questo da un lato ci evita di "galleggiare" nell'aria per molti metri avanti e dall'altro ci fa impattare in maniera vigorosa con il terreno aiutandoci a dissipare molta energia potenziale, che scarichiamo a terra tramite le gambe di forza del carrello (gli ammortizzatori). In tal modo, (come accade per i caccia che devono atterrare su di una portaerei e quindi su di una pista molto corta) giunti a terra e nell'atto di frenare avremo molta meno velocità da smaltire e quindi ci fermeremo prima.

Anche qui, naturalmente, se abbiamo una pista molto lunga possiamo scegliere di atterrare più dolcemente per preservare più a lungo i componenti dei nostri carrelli, ma il procedimento da applicare è sempre lo stesso.


IN CONCLUSIONE:

- Un buon avvicinamento è alla base di un buon atterraggio, quindi se non siete stati troppo precisi e vi sentite in posizioni difficili da recuperare, tornate per l'atterraggio dopo esservi riposizionati

- Occhio alle velocità, tenete sempre un margine sulla velocità di stallo, ma non atterrate neppure a 120kts!

- Mantenete un filo di motore fino in soglia pista (quando cioè si è sicuri che si toccherà terra comunque), dopodichè levatelo e tirate leggermente il volantino in modo da assumere un volo livellato, solo quando l'aereo scende ed è prossimo alla toccata tirate a voi il volantino in modo che tocchi prima il carrello dietro e poi quello davanti.

- L'asse pista va SEMPRE mantenuto, in modo che ci si abitui a toccare sulla linea centrale e non 3 metri a destra o 3 a sinistra.

- Se la pista è corta e l'aereo rimbalza una volta per poi rialzarsi di qualche piede o se galleggia per molti metri prima di toccare, valutate una RIATTACCATA, molti incidenti infatti avvengono per l'ostinazione dei piloti a voler toccare terra in ogni caso.

- Quando decidete di riattaccare, prima smettete di scendere e passate ad un assetto orizzontale, INTANTO date tutto motore e, se avete full flaps, togliete subito una tacca; appena l'aereo comincia a salire, togliete il carrello se retrattile, solo in un secondo tempo, man mano che la velocità aumenta, togliete GRADUALMENTE i flap fino ad arrivare al set usato di solito per il decollo (1 tacca o nessun flap)



Non è affatto facile atterrare con dolcezza e allo stesso tempo fermezza, ma è di gran lunga meglio fare un atterraggio pesante e fermarsi prima, rispetto ad un atterraggio morbido che ci costringe ad utilizzare una maggiore lunghezza pista e ad effettuare una più energica frenata. La tecnica di atterraggio si impara solo col tempo ma, una buona base teorica presuppone una miglior applicazione pratica. E, a proposito, la prossima volta che salite su di un aereo di linea e il comandante sbatte abbastanza vigorosamente le ruote a terra in atterraggio, sappiate che ha contribuito alla vostra sicurezza..

lunedì 19 aprile 2010

Grazie :)

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Grazie mille per gli auguri! Come vedete, nemmeno ai piloti è concesso il privilegio di rimanere giovani per sempre! Ahahah! Ma la cosa importante è volare, qualsiasi sia la nostra età, non credete anche voi? Un abbraccio a tutti!

sabato 17 aprile 2010

Happy Birthday!!!!

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Oggi è il compleanno di Enrico, con molto piacere gli faccio gli auguri, anche da parte dei miliardi di lettori che ogni giorno affollano il blog... :-) Happy Birthday!!!!

mercoledì 14 aprile 2010

Sezione Foto - "gita" ad Aosta LIMW

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Ecco le foto della giornata di oggi caratterizzata da un po' di vento ma molta visibilità e zero nubi. In gergo CAVOK, ovvero Ceiling (nessuna copertura nuvolosa al di sotto dei 5000ft) and VISIBILITY OK (visibilità superiore a 10 km). Per potersi affermare CAVOK occorre anche assenza di Cumulonembi ed assenza di precipitazioni, di qualsiasi tipo. Ora godetevi le FOTO

martedì 13 aprile 2010

Buongiorno a tutti

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Mi presento, il mio nome è Enrico Lister, e da oggi anch'io sarò qui insieme a voi per aiutare Michele nella ricerca e approfondimento di vari temi relativi al mondo dell'aviazione civile.
Insieme discuteremo di meteorologia, procedure operative e uso delle radioassistenze. Il mio scopo principale, comunque, sarà cercare di rispondere a quelle domande che ognuno di noi si è fatto o si farà nel corso della carriera di pilota, che difficilmente trovano una risposta chiara e univoca, magari perchè ogni persona a cui chiediamo ha un'idea diversa in proposito.
Spero che il nostro lavoro possa contribuire a creare una buona risorsa di materiale didattico sul web, disponibile gratuitamente per tutti.

Grazie e.. A presto!

Nuovo autore Enrico Lister e nuova impostazione del blog

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Da oggi collaborerà con me alla scrittura dei post di questo Blog il mio amico Enrico Lister. Gli diamo il Benvenuto. Enrico ha all'attivo molte ore di volo come allievo e lo ritengo persona tecnicamente e teoricamente molto preparata. Lo scopo di questo Blog sta cambiando, volendo diventare con il tempo punto di riferimento per l'Aviazione Civile (settore General Aviation) per tutte quelle persone che si vogliono affacciare anche solo per curiosità al mondo degli aerei e comprendere alcune delle regole basilari di volo e di condotta. Resterà una parte dedicata alle fotografie (sempre legate al volo o ai viaggi) e una parte all'aviation humor, in modo che la visita risulti piacevole a chi non ha pretese e esaustiva a chi invece le ha. Siamo pienamente aperti a critiche, commenti e suggerimenti per migliorare. Grazie e buon proseguimento.

venerdì 9 aprile 2010

Le velocità caratteristiche di un aereo

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Trovo doveroso spendere due parole sulle velocità caratteristiche di un aereo, visto che sono molte e a volte confondono parecchio le idee. sono tutte in Kts, ovvero nodi, ovvero miglia nautiche all'ora (1 Miglio Nautico (NM) = 1852 metri).

IAS (Indicated Air Speed): indica la velocità indicata rispetto all'aria, ovvero la velocità che il pilota legge sullo strumento (anemometro) posto in cockpit. Viene rilevata dal Tubo di Pitot e trasmessa all'anemometro


che permette appunto al pilota di sapere a che velocità rispetto all'aria sta viaggiando. Questo dato di velocità non è ovviamente preciso, poichè a seconda della quota (e quindi della densità dell'aria), della temperatura e dell'assetto dell'aereo (e quindi dalla quantità di aria che il tubo di Pitot intercetta o meno) si discosta dal dato reale. Su questa velocità però si basano tutte le tabelle di prestazione dell'aereo, poichè è il dato leggibile dallo strumento, senza che debba essere modificato con calcoli che indurrebbero sicuramente errori e latenza nel confronto.

BAS (Basic Air Speed): è la velocità IAS dopo essere stata corretta dagli errori tipici dello strumento (l'anemometro) che la indica, per calcolarla esistono specifiche tabelle emesse dal costruttore.

CAS (Calibrated Air Speed): è la velocità calibrata ricavata dalla BAS tramite una seconda correzione: i valori delle pressioni che si misurano a livello del tubo di Pitot, infatti, possono essere influenzati da un errore di posizione del tubo stesso o delle prese statiche. Si ricava con il regolo aeronautico.


EAS (Equivalent Air Speed): è la velocità che indicherebbe lo strumento, privo di errori, se fosse nullo l'effetto di compressibilità. Questo errore si presenta soltanto quando la velocità dell'aeromobile è tale che il numero di mach superi il valore 0.2, infatti in tal caso l'aria non può più considerarsi un fluido incomprimibile.

TAS (True Air Speed): é la velocità vera rispetto all'aria, ovvero per continuare la tabella, la EAS corretta dell'errore di densità dell'aria rispetto al valore standard del livello del mare (1.225 kg/m3).

ETAS (Effective Air Speed): differisce dalla velocità TAS quando l'angolo di deriva o scarrocciamento è superiore ai 10°, in tal caso diventa minore.


G/S (Ground Speed): Il rateo di velocità rispetto al terreno, quindi la TAS o ETAS sottratta o addizionata della componente di vento, es: se ho 100kts di TAS e ho vento contro di 10 kts avrò una G/S di 90 kts.


MACH NUMBER: è il numero di Mach (dal nome del suo scopritore), ed è definito come la velocità dell'aereo diviso la velocità del suono in quel preciso punto dove ci troviamo a volare, in un aereo di linea, voleremo sempre per frazioni di Mach (0.83 per esempio) poichè raggiunto il Mach 1, la struttura dell'aereo è soggetta a forze fisiche molto forti derivanti dall' "impacchettamento" degli strati di aria che vanno a formare una barriera vera e propria. Dopo averla infranta (rottura del muro del suono, possibile solo con alcuni jet militari) le condizioni del fluido nel quale si sta volando cambiano radicalmente rendendo indispensabile una struttura apposita della cellula stessa dell'aereo.

Il tubo di Pitot

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Prima di spiegare come funzionano le velocità caratteristiche di un aereo, occorre spiegare cos'è il Tubo di Pitot, strumento utilissimo, anzi indispensabile per rilevare la velocità dell'aereo rispetto all'aria che lo circonda e lo sostenta.
Inventato nel 1732 dallo scienziato Henry Pitot per misurare la velocità di un gas. Viene utilizzato su tutti gli aerei, elicotteri, auto di formula1 e nei grandi impianti di trasporto dei GAS per avere un'indicazione rapida e tuttavia molto precisa sulle velocità. Il tubo di Pitot sfrutta il principio della pressione totale, ovvero è costruito utilizzando due tubi, uno perpendicolare alla direzione del flusso dell'aria che va a misurare le pressione statica (quella del fluido immobile), e un altro tubo parallelo al flusso dell'aria, in modo da avere la pressione dinamica o d'impatto.
Con questi due dati alla mano avremo che:

Ptot = Pstatica + 1/2ρ * V² e quindi    v = \sqrt { \frac {2(p_{tot} - p_{st})} 
{\rho} }



L'anemometro è uno degli strumenti indispensabili al volo poichè con il rischio di volare ad una velocità troppo bassa e quindi incappare in uno stallo o ad una velocità troppo elevata e rischiare dei danni strutturali si pone la necessità di avere sempre a portata di occhio l'indicazione della nostra velocità rispetto all'aria.

martedì 6 aprile 2010

FOTO ART

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Anche se con gli aerei non c'entra nulla...ho pensato di postare un link ad alcune foto che ho fatto nella mia città ieri, il giorno di Pasquetta...sperando siano di vostro gradimento eccole... FOTO

mercoledì 24 marzo 2010

La portanza

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Buongiorno, dopo un mese di assenza da questo blog causa corso assistente di volo (che descriverò il più presto possibile) mi preme spendere qualche parola sulle forze che tengono in aria un'aereo, in sostanza cercheremo di capire perchè un aereo vola. Iniziamo con la formula della portanza

P = 1/2ρ*Cp*V²*S dove 

ρ (lettera greca rò)  = rappresenta la densità dell'aria 
Cp = è un coefficiente adimensionale detto coefficiente di portanza. Esso varia in funzione della forma geometrica dell'ala, dell'angolo d'attacco, del Numero di Reynolds e del Numero di Mach.
V   = è la velocità rispetto all'aria
S   = è la superficie totale dell'ala

La portanza è quella forza aerodinamica che permette a tutti gli effetti il distacco da terra del velivolo, si genera quando un profilo (in questo caso un'ala) viene investita da un flusso di aria che proprio per la specifica forma dell'ala gli farà avere una velocità maggiore sul dorso rispetto al ventre


Questa differenza di velocità creerà anche una differenza di pressione, che sarà minore sul dorso dell'ala rispetto a quella sul ventre. se un oggetto ha minor pressione sopra e maggiore sotto di esso, tenderà a salire.

Da quanto scritto sopra si deve dedurre che ovviamente la portanza non è sempre in senso verticale come nel volo rettilineo e orizzontale, altrimenti decolleremmo come un elicottero e non in "obliquo" come invece fa un aereo.

Ovviamente l'insieme di due fattori quali la spinta e la portanza, agenti contemporaneamente, fanno si che il prodotto vettoriale delle forze si comporti un po' come nella figura che segue.

martedì 2 febbraio 2010

2 febbraio 2010 ripresa voli dopo il brutto tempo

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E quest'oggi è il buon Pagi a portarci in volo...decollo da Caselle, Fiano, Rivoli, None, Casalgrasso, Saluzzo, Levaldigi per un Touch and Go (con l'Eurofighter e il gradissimo Cheli che ci svolazzava sopra a 250kts) ritorno da Fossano, Bra, TOP, Chivasso, Volpiano. Giretto abbastanza tipico ma molto molto piacevole...tempo ottimo, visibilità infinita e un bel calduccio di buon auspicio...  LINK FOTO...Enjoy!

Tramonto

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Ecco una foto del tramonto visto da casa mia ieri sera...non male, affatto...

lunedì 25 gennaio 2010

Perchè la nebbia non piove?

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Come anticipato sciolgo questo quesito che mi è stato posto, ovviamente non da esperto in materia ma da semplice interessato all'argomento. Perchè la nebbia, la condensa in bagno o in auto o in una sauna non "piovono" ovvero non cadono come spesso succede sotto una nuvola? Partiamo proprio dalle nubi. Quando la condensazione produce una goccia, è necessario che quest'ultima abbia un diametro superiore ad un certo valore di soglia, altrimenti questa rievapora. Esiste quindi una sorta di barriera energetica da superare per giungere alla formazione di una goccia che rimanga tale permanentemente. In presenza di acqua pura in forma gassosa, l'esistenza di questa soglia critica impedisce la formazione delle gocce: infatti, sono richiesti valori di sovra-saturazione non raggiunti normalmente in atmosfera (ovvero valori di umidità relativa di molto superiori al 100%). Sotto a questi valori, una goccia che si forma, evapora immediatamente. Affinché avvenga il processo di condensazione con conseguente formazione di gocce di nube permanenti è necessaria la presenza di impurità, dette nuclei di condensazione. Questi non sono altro che sali (sali marini ad esempio), solfati o polveri di diametro variabile dai 0.001micron ad oltre 1mm. I nuclei di condensazione sono responsabili di due processi
1. Effetto soluto
2. Effetto curvatura
L'effetto soluto consiste nello scioglimento dei nuclei di condensazione in acqua. La soluzione che si forma ha una tensione di saturazione inferiore a quella dell'acqua pura e quindi viene favorita la condensazione. In pratica non sono più necessari valori irrealistici di umidità relativa, ma valori prossimi (inferiori) al 100% sono sufficienti per formare le prime piccole gocce di nube. Grazie alla presenza del soluto, le gocce che si formano non rievaporano.
L'effetto curvatura è legato alla presenza di superficie concave dei nuclei di condensazione sui quali si deposita l'acqua: una superficie concava diminuisce la tensione di saturazione favorendo quindi a sua volta la condensazione. Questo è solo una piccola parte di teoria che verrà continuata presto...per dati meteo certi vi invito a visitare questi due siti:
STAZIONE METEO FOSSANO
o
METEO marittimo e aeronautico
Grazie

La NEBBIA

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Visto l'interesse da parte di alcuni di voi (in realtà forse solo Diego) riguardo al fenomeno della Freezing fog scriverò qualcosa in più. Tratterò in questo post in particolare la nebbia, ed in seguito scriverò di altri fenomeni metereologici visto che interessano la nostra vita di tutti i giorni e non solo i voli di noi piloti. Occorre prima di tutto fare una premessa.
Il Punto di rugiada (DEW POINT): molto spesso si legge o si sente in un bollettino meteo questo termine, riferito all'umidità dell'aria ed espresso sotto forma di temperatura, ma andiamo a precisarne il significato. Ad una certa temperatura (ad esempio 15°c) un certa massa di aria può contenere una certa quantità di vapore acqueo al suo interno. Il vapore acqueo (che al contrario di come si pensa non è visibile al nostro occhio) che viene ceduto all'aria dalla presenza di acqua o comunque di umidità nell'ambiente, resta sotto forma di gas finchè non ha saturato la massa d'aria (100% di umidità relativa). Qui subentra la temperatura: più la temperatura è alta, maggiore è la percentuale di acqua che una certa massa d'aria riesce a contenere sempre in forma gassosa (e quindi invisibile). Ma se noi abbassiamo la temperatura, ad esempio della massa d'aria prima citata (che conteneva il 100% di umidità relativa), questa non riesce più a contenerla sotto forma gassosa, e quindi si formano delle piccole goccioline di acqua (questa volta visibili ad occhio). Per portare degli esempi basti pensare allìumidità che si forma sui vetri dell'auto o sulle pareti fredde della doccia. L'aria in un ambiente molto umido (come il bagno o come l'auto quando fuori piove) tende presto a saturarsi e il contatto con delle superfici fredde va a seguire la legge fisica prima esposta facendo si che il vapore acqueo diventi acqua sotto forma di gocce. I rimedi per gli ambienti ove sia possibile controllare la temperatura o lo scambio di aria con l'esterno sono sostanzialmente tre: 1) possiamo aumentare la temperatura in modo da permettere alla massa d'aria di contenere più umidità (ma presto si saturerà di nuovo se persistono le condizioni iniziali), 2) possiamo fare "cambiare l'aria" in modo da disperdere l'umidità in eccesso o 3) possiamo (in auto) accendere il climatizzatore, che prelevando aria da un compressore deumidifica l'aria restituendocela con bassa umidità. Un condizionatore d'aria è quello che rifornisce le cabine di tutti gli aerei pressurizzati sui quali vi ritroverete o vi siete ritrovati a volare più volte. Per evitare spiacevoli ambienti "palustri" l'umidità viene tenuta a livelli molto bassi (intorno al 20-30%) il che però fa si che il corpo si disidrati molto più velocemente, è quindi consigliato bere molto spesso soprattutto durante le lunghe traversate per evitare di avere problemi come mal di testa o svenimenti. Tornando al discorso nebbia vien da se che nel momento in cui ci troviamo in una massa di aria satura vicino al suolo e la temperatura si abbassa (e può farlo per molti motivi che approfondirò in seguito) le gocce di umidità escno sotto forma di acqua ma essendo molto piccole e volatili restano sospese a mezz'aria formando nient'altro che una nuvola a pochi metri (o centimentri) da terra. Per far si che la nebbia si dissolva infatti occorre aspettare le ore più calde della giornata o ancora meglio un bel vento, che porti via l'umidità e ristabilisca le condizioni ottimali. Nel prossimo POST "perchè la nebbia non piove?"....

venerdì 22 gennaio 2010

Freezing Fog

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Ieri ho scritto un post a proposito della Freezing Fog, sconosciuta a molti ma molto pericolosa per il volo...ovviamente solo se non si hanno i dispositivi antighiaccio...Vi posto una foto della suddetta sopra la mia macchina, al termine di un viaggio di mezz'oretta...L'aspetto più pericoloso ma affascinante della "Nebbia congelante" è che talvolta è sotto forma di "supercooled water droplets" ovvero gocce d'acqua che mantengono il loro stato liquido pur molto al di sotto della temperatura di congelamento (0°c)...tutto ciò per lo sviluppo di calore latente nel momento in cui si ha il passaggio da liquido a solido...Se interessa approfondirò presto l'argomento.

giovedì 21 gennaio 2010

TODAY...no fly...

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LIMF 210720Z 00000KT 0100 R36/0250 FZFG OVC001 M05/M08 Q1017… questo il Metar di stamattina, purtroppo non abbiamo ancora un Jet altrimenti sarebbe stato spassoso… la traduzione del Metar vien da se ma volendo: Il bollettino è stato emesso alle 07:20 UTC,  Vento calmo Temperatura -5°C Umidità 79% Pressione 1017 hPa  Visibilità 0100 m Cielo coperto ad un'altezza di 100 ft (30mt) nebbia che ghiaccia…la nebbia che ghiaccia è proprio promettente…

mercoledì 20 gennaio 2010

Atterraggi e Touch and go

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Qui posto per la gioia di alcuni 3 video di miei atterraggi e touch and go...non sono perfetti, ma questo è il bello del volo a vista...Enjoy... VIDEO

Siena 17 febbraio 2007

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Ultimo post di foto del passato....Giro pomeridiano a Siena con passaggio vicino alle cave di Massa e Carrara e un ottimo tramonto su di un cielo leggermente velato. Ai comandi del solito mitico I-GAMP, l'ancora più mitico Domenico! Enjoy...FOTO

Liguria 2008

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Per la serie "vecchi viaggi" oggi vi voglio riproporre alcune foto del voletto andata e ritorno su Savona fatto ormai un anno e mezzo fa...e a seguire un altro volo questa volta con Touch and Go ad Albenga. Ai comandi Livia per la prima parte e il mitico Gianfri nella seconda, l'aereo è sempre il grande "padre di famiglia" I-GAMP, Piper PA28-180...Enjoy!   FOTO

venerdì 15 gennaio 2010

Un po' di passato non fa mai male

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Questa è stata la "gita domenicale" più bella del corso di volo...meta di molte altre scampagnate e sicuramente invidiataci da molta gente, anche perchè di norma si ritornava abbronzati la sera di una domenica di maggio...ecco a voi l'Isola d'Elba, con uno splendido viaggio per raggiungerla.... FOTO...  6 maggio 2007

Quando i Metar spaventano...

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Oggi secondo volo del 2010 pianificato...ma a partire dalle 8 di questa mattina ho buttato un occhio al metar (osservazione delle condizioni meteo sul cielo di un aeroporto) perchè qui a Cherasco il tempo non lasciava presagire nulla di buono...Va bene, Caselle è a 100km da qui ma il Metar era chiaro:


LIMF 151020Z 28001KT 6000 SCT040 02/M01 Q1019


Per i profani: Osservazione alle 10:20 ora zulu del 15/01, vento da 280° 1 nodo, 6km di visibilità orizzontale, nubi sparse a 4000 piedi (e noi voliamo a 2500/3000), temperatura 2°, punto di rugiada -1° (quindi la temperatura alla quale puoi fare ghiaccio sulle ali), QNH1019 (pressione rilevata all'aeroporto e riportata al livello medio del mare)
Non sono partito con il massimo dell'entusiasmo...Arrivati a Caselle però....un buco azzurro nel cielo, con le nuvolette sparse qua e là... per le foto cliccate sul titolo del post...
e al ritorno (ma aihmè non ho potuto fotografare) il buon Maurizio Cheli mi ha regalato un decollo in "verticale" con l'Eurofighter con due tonneau successivi al lift-off, e io che posso cominciare a fare una virata di 10 gradi solo dopo 500ft GND... :-(

giovedì 14 gennaio 2010

Volo sulla provincia del 12/01/2010

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Primo volo dell'anno 2010, decollo da LIMF VFR per un Touch and Go in LIMZ e ritorno alla base, decollo 13:34 atterraggio 14:57... visibilità un po' limitata dalle parti di Torino, ma per il resto su Cuneo bellissime immagini di campi e colline innevate. e le nuvole che portavano neve si facevano già minacciose sulle langhe...per le foto cliccare sul titolo...

Benvenuti...

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Buongiorno a tutti. Come avrete potuto leggere nell'introduzione qui a fianco ho creato questo Blog un po' per condividere con gli appassionati e gli amici la parte della mia vita legata agli aerei ed al volo (e perchè no, anche ai viaggi). Ho iniziato la mia esperienza con il volo un po' di tempo fa ormai (3 anni) ma solo ora le cose cominciano a farsi più interessanti...Quindi periodicamente posterò nuove foto e nuovi articoli sul proseguire della mia esperienza e naturalmente chi ha domande o proposte o critiche si faccia pure avanti!
 
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